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Sono numerosi gli studi scientifici che hanno indagato quali benefici possa indurre l’utilizzo di una diversa temperatura dell’acqua sotto la doccia. I risultati parlano chiaro: caldo o freddo fanno davvero la differenza.

C’è chi rabbrividisce al solo pensiero di un getto d’acqua fredda che sfiora la pelle e chi invece ama quella sensazione glaciale. Decidere se aprire il rubinetto dell’acqua calda o dell’acqua fredda sotto la doccia è solo una questione di preferenze oppure può avere ripercussioni diverse sul benessere? «Quella che può sembrare una semplice scelta personale ha attirato l’interesse della scienza, al punto da condurre ad alcune applicazioni cliniche», racconta il dottor Roberto Bertucci, medico di Medicina interna presso il CeMeDi di Torino. «Per esempio, si è osservato che bagnare il viso con dell’acqua gelata può placare la tachicardia sopraventricolare parossistica, così come gli atleti professionisti giovano di una doccia fredda dopo gli allenamenti per beneficiare di un migliore recupero muscolare». Innanzitutto, bisogna intendersi sulla temperatura dell’acqua: nella doccia calda ci riferiamo a 40-41 gradi, in quella fredda a 12-15 gradi. Al di sopra del primo range oppure al di sotto del secondo, si possono correre dei pericoli.

 

La doccia fredda

C’è uno studio olandese del 2016, intitolato The Effect of Cold Showering on Health and Work, che ha mostrato come optare per una doccia fredda per almeno trenta giorni consecutivi possa ridurre del 29 per cento la possibilità di ammalarsi, aumentare i livelli di energia percepiti e incrementare il rendimento lavorativo. «I volontari a cui è stato chiesto di testare questo percorso hanno riferito un miglioramento delle condizioni generali rispetto a chi aveva fatto docce calde oppure alternate: erano più attivi, lasciavano più volentieri la macchina a casa per camminare, usavano spesso la bicicletta per raggiungere il lavoro», illustra il dottor Bertucci.

«Il surplus di vitalità è stato verificato con diversi metodi: in un gruppo di volontari sono stati monitorati subito dopo la doccia alcuni parametri, come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, i livelli di cortisolo e la concentrazione delle immunoglobuline A salivari. Per altri invece è stata adottata la cosiddetta Visual Analogue Scale, cioè una serie di domande individuate da esperti, del tipo: “Come ti senti?”, “Come avverti la tua pelle?”, “Sei affaticato?”, “Riesci a sorridere?” e così via». Un’ulteriore ricerca, stavolta americana (Adapted cold shower as a potential treatment for depression), ha provato che l’acqua fredda stimola nel cervello la produzione di noradrenalina, la molecola che aumenta la concentrazione e la capacità di far fronte agli stress, per cui quei brividi potrebbero risultare utili per alleviare la depressione.

 

Quando è utile la doccia fredda 

Ricapitolando, in base alle attuali evidenze scientifiche, la doccia fredda rigenera, offre ristoro dalla fatica e riduce il lume dei vasi sanguigni (vasocostrizione), rallentando la circolazione periferica e permettendo al sangue di affluire verso gli organi vitali: questo aiuta i tessuti a liberarsi da congestione ed edemi, ma anche vene e arterie a mantenersi giovani ed elastiche.

L’acqua fredda accelera inoltre il metabolismo del corpo, che deve lavorare di più per mantenere una temperatura stabile, e aumenta la vigilanza, portando a essere più attivi fisicamente. «Attenzione, però: chi ha un sistema immunitario particolarmente indebolito oppure presenta gravi patologie cardiache dovrebbe evitare questi bruschi cambiamenti della temperatura corporea, che possono avere effetti negativi sull’organismo», avverte il dottor Bertucci.

 

La doccia calda

Viceversa, è stato dimostrato che la doccia calda può dare sollievo alle donne durante il travaglio, perché il calore allenta la tensione muscolare, allunga le pause tra le contrazioni e diminuisce gli ormoni dello stress, inducendo uno stato di rilassamento. «Va detto però che il calore dilata i vasi sanguigni per effetto della vasodilatazione, portando a una diminuzione della pressione, per cui in alcuni soggetti può dare un senso di svenimento. Ecco perché prima di esporsi a qualunque condizione più estrema, fredda o calda che sia, è sempre bene valutare il proprio stato di salute, evitando comunque gli eccessi».

 

Quando è utile la doccia calda

Il calore svolge un’azione rilassante sulle fibre muscolari, diminuendo affaticamento e un’eventuale sintomatologia dolorosa. «L’acqua calda aiuta anche a decongestionare le vie aeree, sciogliere il catarro e liberare le vie nasali, riducendo di conseguenza i sintomi di tosse, raffreddore e naso chiuso.

Inoltre, allevia la tensione corporea, riduce lo stress e migliora la qualità del sonno, se fatta prima di andare a dormire». Al contrario, l’effetto vasodilatatore può essere controindicato sia in caso di pelle particolarmente sensibile e delicata, perché l’eccessivo calore può aumentare i disagi cutanei come secchezza e prurito, sia in presenza di patologie venose, soprattutto a carico degli arti inferiori. «In questi casi è sempre bene scegliere una temperatura intermedia, quindi tiepida, regolando i gradi in base al comfort personale», suggerisce l’esperto.

 

I giusti tempi per la doccia

Se un getto d’acqua fredda non invoglia a sostare troppo a lungo sotto la doccia, il calore potrebbe tentare di più. «In realtà, sia in un caso sia nell’altro, i benefici si ottengono nei primi istanti, quindi anche nel caso di una doccia calda bastano cinque minuti o poco più per usufruire di tutti i suoi vantaggi, evitando inutili sprechi d’acqua e un eccessivo stress per la pelle», evidenzia il dottor Bertucci.

«Tra l’altro, tutti i mammiferi sono accomunati dal cosiddetto riflesso di immersione, o diving reflex, un riflesso nervoso e ancestrale che avviene quando si immerge il volto nell’acqua, finalizzato a ridurre il consumo di ossigeno dell’organismo». A quel punto, si innesca una serie di reazioni a carico del sistema cardiovascolare e respiratorio, fra cui la riduzione della frequenza cardiaca e la ridistribuzione del sangue agli organi nobili, come cuore, cervello e polmoni. «Questo riflesso si attiva anche quando riceviamo sul viso un grande quantitativo d’acqua, come nel caso della doccia».

 

La doccia di contrasto

Per imitare il noto percorso Kneipp, proposto da numerosi centri termali, c’è infine chi propone di adottare una doccia di contrasto, caldo-freddo, sfruttando repentine variazioni della temperatura dell’acqua per stimolare la circolazione e il benessere generale dell’organismo. «In base alle evidenze scientifiche, questa modalità non porta grandi benefici rispetto alla sola doccia fredda oppure calda», sottolinea l’esperto.

E siccome l’unico vantaggio concreto sembra andare a favore degli arti inferiori, perché l’alternanza vasodilatazione-vasocostrizione esercita una sorta di ginnastica vascolare, più che mettersi interamente sotto l’acqua si può posizionare il getto sulle gambe, cercando di variare più volte la temperatura da una più fresca (intorno ai 10 gradi) a una più calda (intorno ai 37 gradi) per circa 1-5 minuti.

 

Paola Rinaldi – Starbene – https://www.starbene.it/benessere/doccia-calda-fredda-benefici-controindicazioni/

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